Anche quest’anno si stanno ripresentando le infestazioni di un insetto dannoso che attacca diverse piante frequenti nei nostri giardini. Tutte le indicazioni relative; evitiamo, in ogni caso, trattamenti insetticidi indiscriminati.
Segnalato in Emilia-Romagna da alcuni anni, questo insetto, scambiato spesso per una cocciniglia, è ricomparso nei nostri giardini.
Le piante attaccate si riconoscono molto facilmente a causa della presenza, sulla pagina inferiore delle foglie, delle forme giovanili dell’insetto. Queste ultime pungono i tessuti fogliari, sottraendo linfa e provocando di conseguenza un generale deperimento della pianta attaccata. Il danno diretto causato dalle punture non è tuttavia l’unico problema.
Aleurocanthus spiniferus può infatti arrecare anche un danno indiretto alle piante colpite, producendo un’elevata quantità di melata zuccherina che può arrivare a ricoprire frutti e foglie e favorire lo sviluppo di funghi saprofiti (fumaggini) in grado di ridurre la fotosintesi e la respirazione fogliare, portando a diffusi disseccamenti.
L’insetto infesta soprattutto agazzino (Pyracantha coccinea), rosa, edera, vite e le piante di agrumi, come ad esempio arancio, limone o mandarino. L’insetto sverna per lo più come pupa o come neanide di terza età (i caratteristici corpuscoli neri ellittici circondati da anelli cerosi biancastri), su piante che non perdono mai le foglie (nei nostri ambienti principalmente agazzino).
Tra i metodi consigliati per il contenimento dell’insetto la prevenzione assume un’importanza fondamentale. Si consiglia pertanto la potatura delle parti infestate, bruciando direttamente in loco il materiale di risulta, allo scopo di prevenire la diffusione dell’aleurodide sulle piante indenni dall’attacco.
Come strategia di lotta biologica è sempre fondamentale mantenere un elevato grado di biodiversità vegetale nei nostri giardini per favorire tutti i potenziali nemici naturali già presenti nell’ambiente e che, in prospettiva, potrebbero contribuire a controllare le infestazioni del nuovo fitofago. Tra i nemici naturali già noti vi sono due specie di coccinelle (Clitostethus arcuatus e Oenopia conglobata), già presenti in Emilia–Romagna.
Sono invece da sconsigliare i trattamenti insetticidi in assenza di forti infestazioni, poiché questi aleurodidi sono in grado di sfuggire ai trattamenti colonizzando la pagina inferiore delle foglie.
Il trattamento con insetticidi si rivela spesso completamente inutile anche perché l’insetto è in grado di sviluppare molto velocemente una certa resistenza verso diversi principi attivi.
Per ulteriori informazioni consultare il sito internet del Servizio Fitosanitario Regionale e/o contattare i tecnici del Centro Agricoltura Ambiente Giorgio Nicoli (051/6802227), Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..