comunicato stampa

Soliera, 20 novembre 2024

 

Per il secondo anno consecutivo Soliera partecipa al Festival della Migrazione di Modena che quest’anno porta come titolo “Europa-Africa andata e ritorno: i cammini e le storie che rigenerano l’Italia”. Ed è proprio una di queste storie che Amal Oursana, medico dalla sfaccettata identità (francese di nascita, italiana di adozione e con profonde radici marocchine), racconterà sabato 30 novembre al Castello Campori di Soliera, presentando il suo romanzo “Il segreto nel nome” appena uscito per Capovolte editore che sarà presente con un banchetto.

L’appuntamento è per le ore 18 nella sala delle Cerimonie. L’ingresso è libero; al termine è previsto un aperitivo multietnico.

“Quello che mi ha spinta a scrivere il romanzo è stata la percezione di un vuoto, la constatazione che nella letteratura italiana mancasse qualcuno che raccontasse da dentro la vita quotidiana degli immigrati e dei loro figli”, spiega l’autrice.

Il romanzo pone al centro la storia di una famiglia marocchina che si dipana tra Marocco, Francia e Italia, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso fino ai giorni nostri. Generazioni a confronto: un libro che nasce da dialoghi, si cala nella quotidianità e lascia risuonare una ricerca costante della continuità con le origini. La vicenda raccontata nel romanzo comincia con la nascita del protagonista, Rahhal, e il censimento tramite cui il Protettorato francese impose la scelta del cognome unico per le famiglie marocchine, andando a eliminare la sequela della genealogia patrilineare che i nomi arabi conservavano per tradizione. La scelta del padre di Rahhal segnerà un percorso fondativo  sulle cui tracce la famiglia tornerà alla fine della narrazione. Ma in mezzo c’è molto altro: la quotidianità della vita famigliare di Rahhal e Fatna e dei loro figli, Tarik, Assia e Iman, prima in Francia, poi in Italia, a Modena, luogo al centro della narrazione.

“Il segreto nel nome” apre così un ulteriore orizzonte per la letteratura italiana, dando il giusto spazio a storie spesso ai margini e che non trovano testimonianza nelle narrazioni dominanti. In questo senso quello di Amal Oursana è un viaggio di scoperta e al tempo stesso un invito all’ascolto.

 

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