Soliera, 1 luglio 2010
A Soliera un nuovo appartamento per pazienti psichiatrici
Nascerà nei prossimi mesi, grazie a un finanziamento della Fondazione CRCarpi
Un luogo per ricreare un contesto familiare, destinato a ospitare pazienti psichiatrici e che tecnicamente viene definito appartamento protetto. Nascerà nei prossimi mesi a Soliera grazie a un finanziamento di 90mila euro della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi che consentiranno di ristrutturare alcuni locali di proprietà dell’Azienda Usl.
Nella struttura gli ammalati riceveranno assistenza terapeutica e riabilitativa e inizieranno il percorso di reinserimento sociale. L’appartamento protetto andrà a integrare la rete di servizi dell’Unità operativa di psichiatria dell’Area Nord della nostra provincia – il Servizio psichiatrico di Diagnosi e Cura del Ramazzini, i Centri di salute mentale di Carpi e Mirandola, le residenze, i centri diurni e gli altri appartamenti protetti – con l’obiettivo di avvicinare ai pazienti e alla famiglie i luoghi di cura e assistenza.
I pazienti che saranno accolti nel nuovo appartamento saranno tre, tra i 30 e i 55 anni, residenti nel territorio delle “Terre d’Argine”, attualmente ospiti di comunità riabilitative che si trovano fuori dal territorio distrettuale. Il loro rientro potrà permettere una maggiore integrazione con la realtà sociale e familiare, oltre che un notevole risparmio. Il futuro appartamento di Soliera potrà quindi rappresentare una soluzione efficace per tutta quella fascia di pazienti in condizioni disagiate che hanno bisogno non solo di risposte terapeutiche, ma anche di sostegno sociale.
“È doveroso in primo luogo ringraziare la Fondazione di Carpi che dimostra, ancora una volta, la massima attenzione ai problemi sanitari e sociali della popolazione. Il progetto che porterà alla realizzazione dell’appartamento di Soliera risponde a precise necessità di strutture cosiddette ‘intermedie’, destinate quindi a persone con disagio psichico, che non possano essere collocate in ambienti ospedalieri o all’interno di un domicilio non protetto e non sono reinseribili in ambito familiare, o per assenza o inadeguatezza di questo contesto, o per una gravità patologica che non consente la sola cura parentale” spiega il direttore del Distretto sanitario di Carpi Claudio Vagnini.
Attualmente nel territorio del distretto di Carpi sono attivi tre alloggi protetti. Ogni appartamento può ospitare un numero massimo di sei pazienti, dai 30 ai 65 anni, di provenienza diversa, naturalmente in carico al Centro di Salute Mentale di Carpi che segue nel dettaglio il percorso terapeutico e sociale. Il progetto di inserimento in appartamento viene articolato dallo psichiatra e dall’operatore di riferimento del Centro di salute mentale, dopo aver valutato la situazione complessiva del paziente, prendendo in considerazione le caratteristiche personali, le modalità di relazione, il livello di autonomia, la rete familiare e tenendo conto di requisiti specifici per l’ingresso.
Come si svolge il percorso di cura e protezione indispensabile affinché pazienti psichiatrici possano abitare in modo pressoché autonomo? “Una equipe di professionisti della cooperativa Aliante si occupa della attività quotidiane, dell’organizzazione domestica e delle necessità di cura, sanitarie e sociali – spiega il dottor Rubes Monatti, direttore dell’Unità operativa di psichiatria Area Nord. Il grado di protezione dell'appartamento è diverso, perché diverso è il livello di gravità dei malati. In un appartamento abbiamo la copertura totale 24 ore su 24, negli altri parziale, cioè 8-10 ore diurne. Gli operatori della cooperativa sono coadiuvati da due infermieri del Centro di salute mentale che hanno il compito di monitorare il corretto susseguirsi delle diverse attività e il progetto nei suoi aspetti più generali. Una riunione settimanale a casa degli ospiti dove sono presenti tutti i componenti del sistema di cura garantisce un buon livello di coordinamento, sia in riferimento ai diversi progetti personalizzati sui pazienti, sia per una seria valutazione del corretto svolgersi dei rapporti tra ospiti e operatori. Ciò garantisce la presenza di una equipe di operatori stabile, la copertura dei turni, la presenza di un infermiere che si occupa della preparazione della terapia, la possibilità di avere mezzi idonei di trasporto per far fronte ad ogni tipo attività di gruppo appartamento”.