Nuovo Cinema Teatro Italia
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Venerdì 20 gennaio 2006 Nuova Scena - Arena del Sole - Teatro Stabile di Bolognapresenta
IL GRANDE CALDO
di Francesco Freyrie
con Vito
regia Daniele Sala
Vito veste i panni del fontaniere Buganè che, in una caldissima notte di luglio, decide di portare il letto in terrazza per provare a dormire sotto il fresco delle stelle. Il fresco non c' è, ma curiosamente si accorge che la sua città, durante la notte, parla mille voci. Alcune di queste le conosce bene: quella di sua suocera, cresciuta a soap opera e televendite, che vive nell' appartamento accanto al suo e passa le notti a spiarlo dalla finestra; quella di sua moglie, che lo ha lasciato ed è tornata a vivere dalla mamma; quella di Calogero, suo figlio, che a diciassette anni è ancora in prima media e desidera tanto un motorino. Sono le voci di una famiglia un po' esplosa, naufragata in una modernità che non sa sostenere, irriconoscibile agli occhi di Buganè. Come irriconoscibile è, agli occhi del fontaniere, la sua Bologna. La città lo tiene sveglio con voci che non conosce. La musica a tutto volume di un ristorante greco, le marmitte scoppiettanti dei motorini, lo scalpitare dei bonghi e le litigate in lingue incomprensibili sono solo alcuni dei tanti rumori che turbano le notti del povero Buganè. Sono i suoni di una globalizzazione inevitabile, che fatica ad accettare. Nonostante il caldo, l' acidità di stomaco, le liti con la suocera e le discussioni col figlio, Buganè si addormenta e sogna altre voci. «Sono le voci che nascono ai bordi della città - racconta l' autore Francesco Freyrie - in quell' aurea che le fa da controluce, nell' eco improbabile di visioni e di racconti che ci passano tra le gambe come topi indaffarati». Si tratta di «una città non a norma, ingovernabile, refrattaria a qualsiasi politica terrena: è la città dove abitavamo prima di diventare cittadini. Una città indisciplinata popolata da uomini ruvidi, fenomenali, animali parlanti, divinità imbarazzanti». Una città fatta di vapore e di acqua, dove spesso accade che la realtà abbia i contorni sfumati del sogno. E poi ancora un' immensa schiera di personaggi fantastici e reali, tra cui animali parlanti, folletti e fantasmi di una terra d' Emilia che non esiste più. Con un finale a sorpresa, tra boati fragorosi di tuoni provenienti dalle colline e segnali inquietanti dal cielo, segno che esiste qualcun altro ancora che non riesce a prendere sonno e che presto si affaccerà tra le stelle per far sentire la sua voce.